Venerdì 6 Marzo
“I bagni che attrezzano le zone di ‘decompressione’ vadano avanti fino alle 24”. Lo afferma Carlo Gavanelli, coordinatore comunale Giovani democratici di Ravenna. “Il problema a Marina di Ravenna c’è, ed è perfettamente individuabile e circoscritto- afferma.
Ci sono stabilimenti balneari, fortunatamente tre o quattro al massimo, che fondano la loro capacità d’impresa unicamente sulla rivendita di alcolici ed hanno strutture completamente prive di quei servizi essenziali per la fruizione completa della spiaggia: lettini, ombrelloni, cabine, campi da gioco. “Bagni fantasma” nel corso di tutta la settimana che prendono miracolosamente vita nel weekend.
Rispetto a quel modello la maggioranza degli operatori ha voltato pagina e, giustamente, il sindaco Fabrizio Matteucci vuole tracciare una definitiva discontinuità, che possa permettere a lui come Sindaco di affrontare i nodi problematici del territorio che governa e, contemporaneamente, garantire alla località il pieno sviluppo delle proprie potenzialità attrattive.
L’impegno dei Giovani Democratici per un “modello Marina” evoluto non nasce oggi, ma è intenso sin dalla nascita dell’associazione. Già l’anno scorso chiedevamo all’Amministrazione un nuovo ciclo, basato su alcuni punti fermi: la riqualificazione degli stradelli e la loro illuminazione, l’istituzione di zone chill-out all’interno dei bagni, l’intensificazione del servizio di trasporto pubblico e un più efficace sistema di controlli. Siamo sollevati quindi dall’annunciato provvedimento dell’Amministrazione che vuole pedonalizzato lo stradello retrostante ai bagni a partire dalla prossima stagione, con un contemporaneo allargamento dei parcheggi scambiatori.
Se invece di incentrare tutto il dibattito tra chi sta con il Sindaco e chi con i bagni (Associazioni di categoria), come del resto è successo non solo quest’anno, si fosse provato con più umiltà a sentire anche le ragioni dei ragazzi che Marina la vivono, forse oggi non saremmo arrivati a questo punto.
A nostro parere non è utile “interrompere le danze” alle 20 della domenica, rischiando di lanciare il messaggio che “a Marina è finita la festa”, fermo restando che l’ordinanza lascia intatta la possibilità di proseguire la serata con concerti ed altre forme di intrattenimento.
Chiediamo quindi al nostro sindaco una modifica al provvedimento: mantenere l’interruzione alle 20, ma solo per quei bagni che si rifiutano di allestire una zona di “decompressione”. La festa prosegua, come è sempre stato, fino alle 22 nelle strutture di tutti quegli operatori che dimostrano di voler cambiare, perché dalle 22 alle 24 attrezzano una zona del loro stabilimento dove ci si può rilassare, ascoltare musica a basso volume, mangiare qualcosa, bere rigorosamente analcolico…ripigliarsi prima di tornare a casa.
Chiediamo però, nel contempo, alle associazioni di categoria di dotarsi con serietà di codici di autoregolamentazione sulla qualità dell’offerta che promuovano i concetti fondamentali del “bere bene”, dell’equità dei prezzi, del vivere la spiaggia a 360°. Insomma a non porre sempre al centro della discussione la speculazione sull’ultima birra dell’ultimo minuto della Domenica.
Così come sarebbe giusto, in un ragionamento incentrato sui giovani, chiederci non soltanto come portare i ragazzi sani, sobri e salvi al di là del cavalcavia di via Trieste, ma a casa loro. Tutto ciò attraverso partnership con la Regione, gli enti locali delle città dalle quali l’affluenza verso Marina è più alta, con privati interessati.
Queste sono le nostre proposte, nate non solo dal dibattito interno all’associazione ma anche attraverso il confronto con la componente giovane del gruppo consiliare Ulivo-Pd, che condivide e sostiene questa linea”.
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