Enzo Biagi, un grande esempio di giornalismo
La futura giovanile non potrà più prescindere dal considerare determinante la questione comunicativa. Il momento è di evidente difficoltà: il PD, come la Sinistra intera, sembra a disagio nel comunicare le proprie idee, il proprio progetto di mondo e le buone cose che propugna. È una carenza che rischia di affliggere la Giovanile, e con questa la sua presa ed il suo messaggio fra i giovani.
In una deriva populista, l’informazione non è più una disciplina deontologica ma una mera interpretazione della realtà, un prodotto prêt-à-porter che è sempre più spesso giustificato non da una funzione collettiva ma da un interesse privato.
L’influenza che hanno i media, in particolare la TV, sulla vita delle persone è ormai enorme. La frenesia dei ritmi di vita rende la televisione spesso l’unico mezzo, mai confrontato né confutato, da cui attingere notizie.
Serve un linguaggio nuovo, che parta dall’interesse verso i mezzi comunicativi virtuali e passi dalla ricerca, dall’esperimento di nuove forme di comunicazione e di condivisione.
All’interno della TV, per i format perversi che s’impongono sui teleschermi nazionali, per ora non possiamo vincere. Internet invece è ancora un territorio potenzialmente vastissimo per la sperimentazione, e non ancora uniformato. Su questo e sulla sua comprensione dobbiamo puntare: blog, social networks, web radio e web tv. Ma esistono tante altre forme nuove nella vita reale, figlie dell’evolversi della società, che vanno ricercate e su cui dobbiamo esser avanguardia.
È necessario inoltre un nuovo patto comunicativo fra gli organismi nazionali, regionali e territoriali. Fra i tre il livello nazionale non deve rimanere estraneo alla percezione degli attivisti, della base e delle forme di aggregazione primarie. Ciò significa una struttura esecutiva che comprenda anche più figure deputate al coordinamento con le regioni e con la base, e che questa sia una funzione primaria e fondante dell’organizzazione nazionale. A poco servono responsabili tematici nazionali se non c’è una condivisione ed una fusione reale col lavoro dei territori, se cioè la politica e l’azione nazionale non rispecchia quella territoriale. Da qui la possibilità per le organizzazioni ed i coordinamenti regionali di proporsi e candidarsi, attraverso dispositivi appositi, come “responsabili tematici” collettivi, dove trattare e declinare in maniera approfondita e condivisa la delega nazionale. Un’opportunità che valorizza la territorialità e la specializza, permettendo di scendere nello specifico delle tematiche attraverso un lavoro di squadra compiuto a livello regionale.
Compito della nuova Giovanile sarà permettere l’accesso al futuro delle nuove generazioni, anche ponendosi come veicolo autorevole di informazioni e di opinioni. La comunicazione virtuale porta ad un approccio sempre più individuale all’informazione: dal pc si ha in pochi istanti l’accesso ad un numero praticamente illimitato d’informazioni. Una mole di dati che soverchia ogni altro mezzo, ma che risulta molte volte grezza, caotica, non filtrata. Nel Web i Giovani Democratici devono porsi come un faro chiaro e limpido, netto e completo. A questo proposito è bene lavorare alla creazione di un portale che sia all’altezza della missione, e non sia solo uno strumento di servizio o di sola discussione, ma che sappia esser avanguardia, riunendo il confronto alla politica ed all’informazione. Una redazione virtuale che produca politica e non solo la interpreti; un progetto che possa avere una natura diffusa, formando una redazione decentrata, possibile perché online, che possa coinvolgere l’intera realtà italiana.
È dall’entusiasmo comunicativo che dobbiamo ripartire.
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